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La storia del trapianto di rene da donatore vivente di Sarah: trovare la bellezza oltre i limiti

Sarah Carlozzo

Non ho più un rene ma adesso so cos’è la bellezza. Sono una maratoneta e quando ho donato il rene a mio nipote avevo paura di non poter più correre. Per me la corsa è uno stile di vita, le decisioni più importanti le ho prese correndo, come quella di donare: ne ero convinta, niente e nessuno mi avrebbe fermato. L’ho presa con il cuore, poi con la testa. Solo dopo aver deciso ho iniziato a documentarmi, l’ho fatto più per tranquillizzare i parenti, per spiegargli che si può vivere tranquillamente anche senza un rene. Non ho mai avuto istinto materno ma quando è nato il figlio a mio fratello ho provato per lui un affetto enorme, fino ai suoi nove anni l’ho vissuto quotidianamente perché abitavamo nello stesso stabile.

Il 18 dicembre 2019 abbiamo fatto il trapianto: lui aveva diciannove anni, io quarantasei. Ci separava solo una tenda e al risveglio dall’anestesia ho sentito la sua voce che chiedeva di me, il suo primo pensiero sono stata io. Mio nipote non esprime l’affetto a parole ma i suoi gesti valgono molto di più. “Uniti per sempre” ha scritto mio fratello su una nostra foto.

Rinascita attraverso la resilienza

All’inizio è stata dura, non tanto per un fatto fisico quanto mentale. Dopo la donazione avevo paura che come sportiva avrei avuto dei limiti. Adesso so che i limiti sono solo mentali, se riesci a superarli puoi anche scoprire degli aspetti migliori di prima. Così ho scelto di fare un patto con la salute: mi sono data un anno di tempo, volevo capire come reagiva il mio corpo. E per un anno ho camminato. Ogni giorno provavo a spingermi un po’ oltre, provavo ad accorciare il tempo con cui percorrevo il tratto di strada sotto casa che costeggia il mare. Uscivo la mattina presto, prima di andare al lavoro, ascoltavo la musica e camminavo. Poi in me è avvenuto qualcosa, ho spento la musica, ho iniziato ad ascoltare il mio corpo e, dopo averlo ascoltato, l’ho capito. Non ho più un rene ma adesso mi accorgo di tutta la bellezza che mi appartiene e mi circonda.

Quando corro, al mattino, sento l’odore del mare, quello della giornata appena iniziata, la salsedine che arriva fino alla pelle, guardo i miei passi di corsa, il loro rumore sulla terra, e poi all’orizzonte le isole Eolie con tutta la loro bellezza. C’erano sempre state eppure non le vedevo. Tutto adesso è parte di un’unica bellezza, anche i miei passi lenti che si trasformano giorno dopo giorno in passi di corsa. Quando ho capito che il mio corpo reagiva bene è stata una rinascita: un conto è che te lo dicono i medici, un conto è sentirlo veramente.

Nel 2022 ho fatto la mia prima gara, è stato l’inizio di una nuova vita. Nel 2023 mi è stato assegnato un premio dalla Federazione italiana di atletica leggera per essermi distinta in determinazione e tenacia. Alla fine ho preso coscienza di avere qualcosa in meno nel corpo, ma tanto di più nell'animo.

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