Stress da covid-19. Gestirlo si può. Intervista al Prof. Giuseppe Bersani.
Covid-19: a rischio anche la salute mentale.
Preoccupazione per il contagio e la malattia, incertezza della durata della pandemia e delle conseguenti limitazioni della vita, isolamento sociale, difficoltà economiche, in sintesi, l'intera esperienza dell'epidemia ha provocato inevitabili reazioni di adattamento ed una serie complessa di risposte psicologiche. Risultato? Purtroppo un rischio ed un'incidenza molto elevata di situazioni di intensa sofferenza emotiva e psicologica.
L'esperienza dell'epidemia rappresenta una reale condizione di stress. Questo ha fatto nascere l'esigenza di dare una risposta alle diverse tipologie di disagio psicologico e malessere psico-fisico. Risposta che il Centro di Psichiatria e Psicologia – Brain Clinic di UPMC Salvator Mundi International Hospital ha scelto di dare attraverso il nuovo servizio di gestione dello stress associato all'epidemia di COVID-19.
Abbiamo chiesto al coordinatore del servizio e della stessa Brain Clinic, Prof. Giuseppe Bersani – Professore Ordinario di Psichiatria dell'Università Sapienza di Roma – di spiegare come lo stress da Covid-19 si manifesta ma soprattutto come può essere affrontato e gestito.
Prof. Bersani, quali sono in particolare gli aspetti reali della vita durante la pandemia che possono indurre condizioni di sofferenza psicologica?
Siamo davanti ad una situazione del tutto nuova, di elevata complessità, in cui diverse esperienze individuali possono comportare stati di vera sofferenza emotiva. L'esperienza più diffusa e condivisa è naturalmente quella del timore del contagio, riferito sia a se stessi che ai propri familiari. E' una situazione fondata su di un rischio assolutamente reale, ma che può diventare fonte di condizioni di ansia generalizzata e patologica, di stato di allarme, atteggiamenti ipocondriaci, ossessivi, etc., a loro volta causa di sofferenza psicologica anche marcata. Così come l'esperienza reale della malattia, sia personale che di un congiunto, può comportare ripercussioni emotive anche gravi, che possono perdurare anche dopo la risoluzione della malattia. Inutile dire quanto possa essere fonte di sofferenza la perdita di un familiare legata all'epidemia. Inoltre, la condizione di isolamento sociale, assoluto o parziale, in cui siamo costretti, costituisce a sua volta una condizione con potenziali gravi ripercussioni emotive e comportamentali, reazioni di disadattamento, etc.
Quando parla di sofferenza psicologica associata all'epidemia, clinicamente a quali condizioni si riferisce?
Naturalmente non per tutte le condizioni di implicazione emotiva è possibile un inquadramento in termini strettamente diagnostici. Ma queste possono raggiungere un livello di gravità anche marcata e presentare il rischio di trasformarsi in reali disturbi psicopatologici. Stiamo osservando un aumento di disturbi di ansia di varia natura, ansia generalizzata, disturbi di panico, disturbi ipocondriaci, disturbi post-traumatici da stress, oltre a disturbi ossessivo-compulsivi e fobie sociali, insonnia e disturbi depressivi, così come patologie psicosomatiche, come quelle cardiache e gastrointestinali.
Come possiamo sapere se quella che viviamo è una “normale" condizione di stress, adattativa e quindi di risposta alla situazione, o se si tratta di un disturbo più “profondo" che sarebbe meglio affrontare insieme ad esperti?
La nostra equipe del servizio di gestione dello stress da Covid-19 valuta ogni singolo caso, con colloqui e test. Il primo obiettivo del servizio è effettuare una valutazione delle caratteristiche individuali della risposta allo stress, sia mediante un primo colloquio che mediante la somministrazione di specifici strumenti psicodiagnostici. Vengono indagate le modalità di risposta allo stress, la severità della sofferenza individuale ad esso legata, la tendenza all'elaborazione ansiosa o depressiva, le capacità di reazione. Nello stesso tempo, si approfondisce la presenza di possibili stati di sofferenza realmente definibili in termini di disturbi psicopatologici.
Come si fa a capire se un disturbo fisico è di natura psicosomatica oppure no?
Sulla base dei sintomi individuali descritti dal paziente, si procede ad una serie di indagini rivolte a fornire un'indicazione obiettiva delle implicazioni somatiche dello stress. In particolare si analizzano parametri relativi a possibili alterazioni a carico del sistema neuroendocrino e di quello immunitario, dello stato metabolico, di quello infiammatorio, tutti potenzialmente alterati in rapporto alla condizione di stress protratto. Si tratta di una valutazione di rilevante importanza nel fornire una misura della severità del vissuto di stress, per monitorarne l'andamento, per valutarne la possibile influenza su pregresse o concomitanti patologie di natura somatica.
Quale programma terapeutico viene proposto per affrontare e gestire lo stress da Covid-19?
Il programma terapeutico integrato segue sempre un'indicazione personalizzata sulla base delle caratteristiche individuali del singolo caso. In sintesi, il programma di base prevede una prima visita psichiatrica con inquadramento delle caratteristiche sintomatiche e psicopatologiche individuali, somministrazione degli strumenti psicodiagnostici per la valutazione obiettiva delle modalità di risposta allo stress e richiesta di esami somatici per la misura delle implicazoni somatiche. Se necessario si prescrive un trattamento farmacologico o un supporto nutraceutico. Segue un ciclo di sedute di psicoterapia individuale o familiare, effettuabili sia in presenza che in modalità on line, per sostenere il paziente nella fase di maggiore sofferenza. Il percorso si può concludere, inoltre, con sedute di psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale o con un periodo di recupero dell'equilibrio psicofisico utilizzando tecniche di mindfulness.