skip-to-content-text

Chirurgia del pancreas: le innovative tecniche mininvasive. Intervista al Dott. Roberto Verzaro.

La rilevanza delle tecniche mininvasive nel trattamento chirurgico delle lesioni del pancreas, unita all'approccio multidisciplinare. A spiegare quali sono i vantaggi della chirurgia mininvasiva, sia laparoscopica che robotica, è il dott. Roberto Verzaro, specialista in chirurgia mininvasiva e oncologia addominale.

Dott. Roberto Verzaro, chirurgia mininvasiva e oncologica

Dott. Verzaro quali sono le innovazioni più recenti per la chirurgia del pancreas?

La maggiore innovazione per la chirurgia del pancreas è rappresentata dalla possibilità di utilizzare le tecniche mininvasive. Queste tecniche, mi riferisco sia alla chirurgia robotica che alla chirurgia laparoscopica, vengono impiegate sia per la cura delle lesioni benigne del pancreas (le cisti sierose per esempio) che per i tumori maligni.

Quali sono i vantaggi delle tecniche mininvasive?

La chirurgia mininvasiva permette di rispettare l'integrità dei tessuti del paziente e quindi garantisce una ripresa funzionale più veloce, minor dolore nel post operatorio, minore degenza ospedaliera e un risultato estetico decisamente migliore. Questo si traduce in un più rapido ritorno ad una vita lavorativa o, in caso di lesioni maligne, in una possibilità di iniziare la chemioterapia con tempi più brevi. La chirurgia mininvasiva è infatti associata ad una ridotta incidenza di complicanze nel post operatorio (infezione di ferita o laparocele per esempio) che consentono di iniziare la chemioterapia adiuvante più precocemente. Si è inoltre visto che le tecniche mininvasive si associano ad una minore perdita di sangue. Questo fattore è determinante per la migliore sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chirurgia resettiva del pancreas per i tumori maligni.

Le tecniche mininvasive sono infine associate ad una visione digitale del campo operatorio che permette al chirurgo di individuare dettagli che sfuggono alla chirurgia tradizionale laparotomica (chirurgia open). Basti pensare, ad esempio, alla chirurgia guidata dalla fluorescenza (consulta il Centro Pancreas UPMC Salvator Mundi).

Quando il paziente con un tumore del pancreas deve affidarsi al chirurgo e quando ad un oncologo?

Il trattamento dei tumori del pancreas è sempre multidisciplinare. Il team di medici che curano un paziente affetto da tumore del pancreas (adenocarcinoma per esempio) è rappresentato dal chirurgo, dall'oncologo dal radiologo interventista e radioterapista, da un internista, da un nutrizionista, da un endoscopista, da un anestesista e uno psicologo oncologo. Tutti questi medici sono poi affiancati da infermieri e fisioterapisti dedicati. Di solito per i tumori del pancreas che nascono dalla ghiandola esocrina (adenocarcinomi) si preferisce quasi sempre eseguire una chemioterapia neoadiuvante (eseguita prima dell'intervento chirurgico con lo scopo di ridurre la massa tumorale e prevenire l'insorgenza di eventuali metastasi). La chemioterapia neoadiuvante può essere associata o meno ad una radioterapia preoperatoria. Solo dopo questo trattamento il chirurgo entra in azione e rimuove la massa tumorale. Dopo l'intervento il paziente viene nuovamente affidato alle cure dell'oncologo medico e del radioterapista affiancato dal resto dei medici che compongono il team multidisciplinare. Alla Salvator Mundi abbiamo questo team di medici dedicati alla cura dei tumori del pancreas. Ci avvaliamo inoltre della consulenza di medici dell'Università di Pittsburgh con i quali collaboriamo costantemente.

Dott. Verzaro, ha parlato di adenocarcinomi. Esistono altri tipi di timori maligni del pancreas?

Si. Il secondo tipo di tumore del pancreas è rappresentato dal gruppo dei tumori endocrini, quei tumori che nascono dalle cellule endocrine del pancreas, quelle che producono insulina o glucagone o altri ormoni. Si tratta di tumori meno frequenti e meno aggressivi dell'adenocarcinoma. Si possono curare con terapie mediche, endoscopiche o chirurgiche con ottimi risultati. Alla Salvator Mundi trattiamo anche i tumori endocrini utilizzando le tecniche mininvasive o addirittura tecniche endoscopiche o radiologiche senza necessità di intervento chirurgico per il paziente.