Demenza, Depressione e Stress. Intervista al Prof. Giuseppe Bersani.

La correlazione tra stress, depressione e sintomi cognitivi, a volte in sovrapposizione, sottolinea quanto è cruciale intervenire tempestivamente in caso di stati di sofferenza psico-emotiva per formulare una giusta diagnosi per far sì che le problematiche non si alimentino a vicenda. Ne abbiamo parlato con il Professor Giuseppe Bersani, specialista in Psichiatria, Criminologia Clinica e Psichiatria Forense, referente del Centro per i Disturbi Depressivi di UPMC Salvator Mundi International Hospital.
Professor Bersani, in quale modo i sintomi cognitivi della depressione si presentano clinicamente?
La depressione è una patologia che si manifesta attraverso sintomi somatici di origine cerebrale, nonché attraverso sintomi cognitivi. Nei casi più gravi, i sintomi cognitivi includono problemi di concentrazione, attenzione, memoria e fluidità verbale, insieme a sintomi emotivi come tristezza, angoscia e inibizione. Questi sintomi cognitivi tendono a precedere le manifestazioni emotive specifiche, si intensificano con la gravità del quadro depressivo e spesso persistono anche dopo l’apparente remissione clinica. La persistenza dei sintomi cognitivi dopo il miglioramento clinico è un indicatore di remissione incompleta e un fattore di rischio per una possibile ricaduta.
I deficit cognitivi, sia oggettivi che soggettivi, sono un fattore grave della patologia e possono aumentare il livello di disagio. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, non portano a uno sviluppo irreversibile della malattia, nonostante possa essere percepito così.
Come si interviene in questi casi?
In caso di sintomi cognitivi della depressione, è importante rivolgersi ad un medico specializzato in psichiatria per una valutazione accurata e una diagnosi corretta. Il trattamento della depressione comprende spesso una combinazione di farmaci antidepressivi e terapia psicologica.
Tuttavia, se la demenza è presente, il danno neuronale è irreversibile e non può essere completamente curato. In questo caso, il trattamento è mirato a rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita del paziente attraverso l’uso di farmaci e terapie non farmacologiche, come la terapia occupazionale e comportamentale.
In entrambi i casi, è importante lavorare con un team medico interdisciplinare che includa medici, infermieri, terapisti e assistenti sociali per fornire un supporto completo e personalizzato ai pazienti e alle loro famiglie.
Quali sono i meccanismi cerebrali alla base dei sintomi cognitivi della depressione? Lo stress influisce?
I meccanismi cerebrali alla base dei sintomi cognitivi della depressione sono complessi e non completamente compresi. Tuttavia, si sa che lo stress cronico può portare ad alterazioni neuroendocrine, come un aumento dei livelli di cortisolo nel sangue, che possono inibire la proliferazione e la connettività neuronale in alcune regioni cerebrali, tra cui l’ippocampo. Questa disfunzione neuronale può portare a deficit cognitivi, come problemi di concentrazione, apprendimento e memoria.
Si ritiene che questa alterazione neuronale abbia un ruolo patogenetico nei sintomi cognitivi della depressione. Tuttavia, i trattamenti antidepressivi possono alleviare sia i sintomi depressivi che i sintomi cognitivi, poiché sembrano ridurre la sofferenza neuronale e ripristinare la connettività cerebrale. In sintesi, lo stress cronico può influire sui meccanismi cerebrali alla base dei sintomi cognitivi della depressione, ma i trattamenti adeguati possono aiutare a migliorare i sintomi cognitivi.
Come si può distinguere tra le alterazioni cognitive causate dalla depressione e quelle causate dalla demenza?
In primo luogo, il decorso delle due condizioni è differente: la depressione ha un decorso più instabile e fasico, mentre la demenza ha un decorso linearmente peggiorativo. Lo studio di neuroimaging cerebrale può essere molto utile per identificare le differenze strutturali tra le due condizioni. Tuttavia, nelle fasi iniziali o meno conclamate delle patologie, l’indagine neuropsicologica può essere molto utile per evidenziare i diversi profili di alterazione cognitiva, che possono essere più presenti nella depressione o nelle diverse forme di demenza.
Qual è l’impatto sociale delle alterazioni cognitive nei pazienti con depressione e demenza, e come può essere limitato?
Le demenze hanno enormi conseguenze sociali a causa dei loro aspetti disfunzionali, soprattutto cognitivi, e della necessità di assistenza. Tuttavia, le forme depressive clinicamente significative, che sono diffuse nella popolazione generale (circa il 20% a vita), hanno anche conseguenze sociali significative a causa dei deficit cognitivi associati. Questi deficit possono influire sulla gravità del disturbo, sul rendimento lavorativo e sulle necessità terapeutiche. È essenziale riconoscere precocemente il disturbo per poter attuare una gestione o terapia più efficace. Nel caso della depressione, che è curabile nella maggior parte dei casi, una diagnosi precoce e l’impostazione tempestiva di trattamenti adeguati, in particolare farmacologici, possono svolgere un ruolo centrale nella terapia sia del disturbo che dei quadri di alterazione cognitiva prodromici, di stato o residuali.
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