skip-to-content-text

Cura e prevenzione donna. Medicina di genere per una medicina di precisione. Intervista alla dott.ssa Tiziana Ferri.

Un servizio per le donne, gestito da donne, per la salute, dalla prevenzione al femminile alla medicina di precisione, basato su un nuovo approccio multidisciplinare sulla base del genere. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Tiziana Ferri di presentare il servizio di “Medicina di genere – Cura e prevenzione Donna" di cui è coordinatrice in UPMC Salvator Mundi International Hospital.

Si tratta di un nuovo ambulatorio di genere, dedicato esclusivamente alle donne, dal carattere multispecialistico: cardiologia, senologia, radiologia, ginecologia, riabilitazione posturale e urogenitale, analisi cliniche e microbiologiche. Si occupa delle donne dunque dalla prevenzione alla riabilitazione. Si rivolge ad una specifica fascia di età?

La medicina di genere rappresenta oggi un obiettivo per la sanità, quindi applicarne i concetti nella pratica medica quotidiana diventa essenziale per delineare programmi innovativi, per organizzare l'offerta dei servizi migliorando la qualità e l'appropriatezza delle prestazioni erogate, per promuovere la salute, per informare e comunicare in modo corretto, per personalizzare le cure nella direzione di sviluppare una medicina di precisione. Per questo abbiamo pensato di organizzare un ambulatorio multispecialistico dedicato al femminile che si distingua per capacità di accoglienza, ascolto, assistenza, che spazi dalla prevenzione quando la donna è sana ed inquadri correttamente la malattia se, ammalandosi, diventa paziente in tutto l'arco della vita.

Donne per le donne. Un team di dottoresse sono al servizio di tutte le pazienti che scelgono di rivolgersi al nuovo servizio di “Medicina di genere – Cura e prevenzione donna" in UPMC Salvator Mundi. Come è nata l'idea di proporre un servizio come questo?

L'idea è nata dal ricordo, condiviso con le colleghe, di un pensiero di Ippocrate, medico del IV secolo a.C., considerato il padre della medicina, il quale asseriva: “è più importante sapere che tipo di persona abbia una malattia piuttosto che sapere che tipo di malattia abbia una persona". Convinte di questo abbiamo approfondito gli studi sulla medicina di genere che può essere definita una nuova dimensione della medicina che studia l'influenza del sesso e del genere su fisiologia, fisiopatologia, patologia, psicologia e clinica. Non è quindi una nuova disciplina, ma un nuovo approccio che attraversa tutte le discipline mediche, in tutte le fasi della vita per giungere a decisioni terapeutiche basate sull'evidenza sia nell'uomo che nella donna.Sesso e genere non sono sinonimi: il sesso è legato all'aspetto genetico, definito dal corredo cromosomico; il genere è un concetto definito da aspetti sociali, ambientali, culturali e comportamentali che una società considera specifici per l'uomo e per la donna.Lo stato di salute e di malattia di un soggetto può essere influenzato da entrambi.L'essere donna o uomo condiziona sia l'insorgenza ed il decorso delle malattie, che l'aspetto diagnostico, il trattamento, la cura, la risposta ai farmaci e la riabilitazione. Sensibili a questo nuovo approccio è partito il nostro progetto.

Donne e uomini si ammalano quindi in modo diverso. Può fare qualche esempio?

Si, donne e uomini si ammalano in modo diverso e presentano differenze significative anche in termini di incidenza, progressione di molte malattie e risposta alla terapia. Le donne, ad esempio, hanno più tessuto adiposo ed un profilo ormonale diverso e questo comporta variazioni importanti nella risposta ai farmaci. Le patologie del cuore, ad esempio, sono più frequenti nelle donne che negli uomini ma, si manifestano circa 10 anni più tardi quando, con la menopausa, il tasso estrogenico cala definitivamente. Si pensi che il 40% dei decessi femminili è dovuto ad infarto acuto del miocardio e ad ictus. Esiste ancore una sottostima della conoscenza della patologia cardiovascolare. In una recente indagine si è evidenziato che oltre il 50% delle donne ritiene che sia appannaggio del sesso maschile.

Molte volte alle donne è ancora oggi deputato il ruolo di cura della famiglia e, visti anche i frenetici ritmi lavorativi, il tempo da dedicare a se stesse ed al proprio benessere è molto ridotto. In ogni caso la prevenzione è fondamentale, così come la personalizzazione della terapia. Sulla base della sua esperienza professionale di cardiologa e coordinatrice del servizio di “Medicina di genere – Cura e prevenzione donna", quali indicazioni si sente di dare alle donne?

Si, le donne rivestono il ruolo di caregiver in quanto l'approccio alla salute e l'aspetto psicologico femminile porta a pensare prima agli altri e quindi gestiscono i problemi di salute della famiglia spesso trascurando se stesse. È tempo di cambiare rotta. Una migliore consapevolezza comporta una maggiore responsabilizzazione che porta a cambiare, per esempio, abitudini alimentari e stili di vita determinanti sull'insorgenza e/o progressione di alcune malattie. Dobbiamo alzare l'asticella e ricordare che la prevenzione è fondamentale ed è per questo che è importante avere dei percorsi di prevenzione ed eventualmente di cura dedicati.