Legamento crociato anteriore. Intervista al Prof. Stefano Zaffagnini.
Gli infortuni al legamento crociato anteriore (LCA) sono comuni negli sport che prevedono arresti o cambi di direzione rapidi, salti e atterraggi come calcio, rugby e pallacanestro.
Il trattamento dipende dalla gravità della lesione e può prevedere il semplice riposo con esercizi di riabilitazione. In altri casi, si rende necessario intervenire chirurgicamente per riparare la lacerazione. Ne abbiamo parlato con il professor Stefano Zaffagnini, medico chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia presso UPMC Salvator Mundi International Hospital.
Professor Zaffagnini, prima di tutto, spieghiamo cos’è il legamento crociato anteriore?
È il legamento più importante tra quelli del ginocchio dove è posizionato al centro. Il ginocchio è costituito da quattro ossa, femore, tibia, perone e rotula, e due menischi, il mediano e il laterale, strutture fibrocartilaginee che impediscono a femore e tibia di usurarsi quando scivolano l’uno sull’altra durante attività fisiche intense, come la corsa o il salto. Infine, ci sono i quattro legamenti: crociato anteriore, crociato posteriore, collaterale mediale e collaterale laterale. I legamenti sono tessuti connettivi fibrosi, molto resistenti, che stabilizzano l’articolazione, e sono supportati da due muscoli, il quadricipite nella parte anteriore e il bicipite femorale nella parte posteriore della gamba.
Come fa un atleta a lesionarsi il legamento crociato anteriore?
Potremmo definire l'infortunio al crociato anteriore una “tempesta perfetta”. Quando il ginocchio ruotando compie una torsione e l’atleta sente uno schiocco improvviso, molto probabilmente si tratta di un infortunio al crociato anteriore. In caso di lesione, il ginocchio tende a gonfiarsi immediatamente. Il medico, già a bordo campo, può effettuare un test per confermare la lesione.
Come si procede?
La prima cosa da effettuare quando un atleta riporta una sintomatologia compatibile con una lesione del legamento crociato anteriore, è una risonanza magnetica. Questo esame diagnostico permette di vedere l'interno del ginocchio, inclusi legamenti, menisco e tutte le altre strutture. In base ai risultati dell’esame, lo specialista può decidere di procedere in diversi modi. Nel caso di lesioni parziali, non necessariamente si deve intervenire. L’intervento chirurgico è, al contrario inevitabile quando il legamento crociato anteriore è completamente lacerato e il paziente vuole tornare a giocare ai livelli precedenti all’infortunio.
È possibile ricostruire totalmente il legamento?
Assolutamente. In questo caso, si procede ricavando da un tendine un nuovo legamento crociato anteriore. Naturalmente, il paziente dovrà seguire un programma di riabilitazione specifico e personalizzato per il pieno recupero delle funzionalità dell’articolazione.
Può confermarci l’importanza della riabilitazione post-intervento?
La riabilitazione post-intervento è assolutamente cruciale. Il programma riabilitativo, che può durare diversi mesi, è suddiviso in fasi ben distinte. Inizialmente, l'attenzione è rivolta a ridurre l'infiammazione e a ripristinare il movimento di base. Successivamente, si lavora sul recupero della forza muscolare. Infine, l'obiettivo è recuperare la piena mobilità e velocità, consentendo così al paziente di tornare alle normali attività, inclusa la pratica sportiva.
Qual è il tempo medio di recupero da un infortunio al crociato anteriore?
Il tempo medio di recupero da un infortunio al legamento crociato anteriore è di circa otto o nove mesi per un recupero completo. Tuttavia, per tornare a giocare al livello pre-infortunio, può essere necessario un anno intero.
Professor Zaffagnini, cosa consiglierebbe agli atleti che devono affrontare una lesione del legamento crociato anteriore?
Innanzitutto, consiglio di affidarsi a specialisti qualificati, sia per la diagnosi e l’impostazione del percorso terapeutico e chirurgico, sia per la fase di riabilitazione. Inoltre, è fondamentale non affrettare i tempi di recupero e non scoraggiarsi. Con il supporto di un team competente e seguendo un programma personalizzato sulle proprie esigenze specifiche, è possibile tornare a giocare al meglio delle proprie capacità.
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