Malattie cardiache nelle donne: cosa c'è da sapere. Intervista al Prof. Francesco Versaci
Secondo dati ufficiali, in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità tra le donne. Un dato che sottolinea l'importanza di comprenderne i fattori di rischio e le differenze rispetto agli uomini. Per approfondire questo argomento, abbiamo chiesto al Professor Francesco Versaci, esperto cardiologo, di guidarci attraverso le sfide e le precauzioni necessarie per prevenire queste malattie e riconoscerle in tempo.
Iniziamo parlando delle differenze tra le malattie cardiache nelle donne e negli uomini. In termini di incidenza, sintomi ed effetti a lungo termine, quali sono le principali differenze che dovremmo conoscere?
Le malattie cardiache possono colpire sia uomini che donne, ma ci sono alcune differenze importanti da tenere presente. In primo luogo, va notato che, al giorno d'oggi, le malattie cardiache rappresentano la principale causa di mortalità tra le donne. Rispetto agli uomini, le donne possono presentare sintomi diversi e meno drammatici in caso di attacco cardiaco. Ad esempio, mentre il dolore al petto è comune in entrambi i sessi, le donne potrebbero riferire sintomi come nausea, dolore alla mascella, al braccio o alla schiena, forte stanchezza, respiro corto e sudorazione. Questi sintomi possono essere meno evidenti rispetto agli uomini e spesso vengono sottovalutati.
Quali sono i principali fattori di rischio per le malattie cardiache specifici delle donne?
I principali fattori di rischio specifici per le donne includono gli ormoni. Le donne producono più estrogeni, che possono aumentare il colesterolo HDL (quello "buono") e ridurre il colesterolo LDL (quello "cattivo"). Durante la menopausa, i livelli di estrogeni diminuiscono, aumentando il rischio di ipertensione e di livelli elevati di colesterolo LDL. Inoltre, la gravidanza può avere un impatto sulla salute cardiaca delle donne. Se una donna sviluppa condizioni come l'ipertensione gestazionale o la preeclampsia durante la gravidanza, il rischio di malattie cardiovascolari può aumentare. Lo stress è un altro fattore di rischio, poiché può aumentare l'infiammazione nel corpo, influenzando l'accumulo di placche nelle arterie.
Oltre ai fattori di rischio specifici delle donne, quali sono quelli che riguardano sia uomini che donne?
Ci sono fattori di rischio condivisi tra uomini e donne. L'anamnesi familiare è importante; se un familiare stretto ha avuto una malattia cardiaca, il rischio è maggiore. La pressione alta, il diabete, il fumo, una dieta poco salutare, l'artrite reumatoide e il lupus sono fattori di rischio che possono influenzare entrambi i sessi. Il fumo, ad esempio, è dannoso per il cuore e aumenta il rischio di ictus e infarto, con le donne fumatrici che sono a rischio di avere un infarto prima rispetto a quelle non fumatrici.
Come possono le donne riconoscere i segnali d'allarme delle malattie cardiache in modo tempestivo?
È fondamentale che le donne siano consapevoli dei sintomi potenziali delle malattie cardiache. Come ho menzionato, i sintomi di un attacco cardiaco nelle donne possono essere diversi da quelli degli uomini e possono includere dolore al petto intermittente, nausea, dolore alla mascella, al braccio o alla schiena, stanchezza intensa, respiro corto e sudorazione. In caso di qualsiasi sintomo sospetto, è importante rivolgersi immediatamente a un medico.
Quali sono alcuni consigli per prevenire le malattie cardiache nelle donne?
La prevenzione è fondamentale. Ridurre lo stress con attività rilassanti, esercizio fisico regolare e un buon riposo è importante. Inoltre, una dieta equilibrata che privilegia alimenti sani, non troppo lavorati, integrali, e frutta e verdura di stagione può aiutare a mantenere un cuore sano. Indipendentemente dai fattori di rischio, è sempre consigliabile sottoporsi a screening cardiaco periodici per monitorare la propria salute cardiaca.
E’ infine molto importante riporre una particolare attenzione ai “fattori di rischio” soprattutto se vi è familiarità per malattie cardiovascolari: ovvero se in famiglia, genitori o fratelli hanno avuto un evento (ad esempio infarto miocardico in età giovanile). La componente genetica è infatti molto importante e deve rappresentare un “campanello di allarme” per tutta la famiglia.
A prescindere dai fattori di rischio è sempre bene sottoporsi a screening periodici per verificare la propria funzionalità cardiaca.