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Intervista sulla gestione dell’osteoporosi tramite esercizio fisico con la Prof.ssa Carlina Veneranda Albanese, medico-chirurgo, specialista in medicina interna e radiodiagnostica

Intervista sulla gestione dell’osteoporosi tramite esercizio fisico con la Prof.ssa Carlina Veneranda Albanese | UPMC Italy

L’osteoporosi è una condizione medica che rende le ossa più fragili, aumentando il rischio di fratture, in particolare vertebrali, del polso e del femore. Sfortunatamente, le fratture da fragilità possono comportare significative conseguenze sia in termini di mortalità sia di disabilità motoria. In Italia, secondo le stime del Ministero della Salute, questa patologia interessa circa 5 milioni di individui, con una prevalenza dell’80% nelle donne in menopausa. Questi dati sono destinati ad aumentare nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Per esplorare questo tema in dettaglio, abbiamo l’onore di intervistare la Prof.ssa Carlina Veneranda Albanese, un medico chirurgo con una vasta esperienza nella gestione clinico-diagnostica dell’osteoporosi.

Prof.ssa Albanese, potrebbe gentilmente spiegarci come individuare i segni dell’osteoporosi?

La perdita di densità ossea è generalmente asintomatica e spesso è dovuta a cambiamenti ormonali, nutrizione errata, carenza di vitamina D e calcio, assunzione di farmaci interferenti con il metabolismo osseo o a malattie predisponenti. La prima avvisaglia potrebbe essere una frattura inaspettata a seguito di una caduta accidentale, sollevando un peso o durante l’attività fisica. Gli esami di laboratorio e la MOC con metodo DXA possono confermare la diagnosi clinica di osteoporosi e valutarne il rischio individuale di frattura.

È possibile prevenire l’osteoporosi?

La prevenzione, per essere efficace, dovrebbe iniziare dall’età giovanile, adottando di uno stile di vita sano, cruciale per mantenere ossa forti. Ciò include un regolare esercizio fisico, una dieta mediterranea bilanciata, l’astinenza dal fumo e un moderato consumo di alcol. Va ricordato che sia il calcio che la vitamina D sono nutrienti essenziali per la salute delle ossa e si trovano in buona quantità nel latte, nei formaggi e nei latticini. Dopo la menopausa, tutte le donne dovrebbero seguire questo stile di vita ed eseguire controlli periodici, una MOC in centri specializzati per cogliere i primi segni di perdita di densità ossea e prevenire così le fratture da fragilità.

Parlando di esercizio fisico, molte persone possono essere riluttanti a praticarlo per paura di fratturarsi. È sicuro fare attività fisica quando si ha l’osteoporosi?

In contrasto con il timore comune, l’esercizio fisico è un prezioso alleato nella gestione dell’osteoporosi. Non solo contribuisce all’aumento della massa muscolare e ossea, ma un adeguato e regolare programma di allenamento migliora anche la mobilità, la coordinazione, l’equilibrio e la flessibilità muscolo-scheletrica. Una solida massa muscolare riduce il rischio di cadute e fornisce un supporto aggiuntivo ad evitare il rischio di fratture vertebrali e del femore.

Quali sono gli esercizi consigliati per le persone con osteoporosi?

Numerose ricerche indicano che il piano di allenamento ottimale per le persone con osteoporosi include una combinazione di esercizi aerobici e di resistenza. La scelta dell’esercizio dovrebbe essere basata sull’età, sulle condizioni fisiche e sulle attitudini personali. Attività a basso impatto come il camminare o il tai chi sono ottimi, così come lo yoga per migliorare la flessibilità del corpo, aumentando gradualmente l’intensità seguendo all’inizio le indicazioni di un professionista per garantire un allenamento efficace e sicuro.

In conclusione, cosa possiamo dire riguardo a terapie farmacologiche per l’osteoporosi?

È importante notare che la vitamina D e il calcio da soli potrebbero non essere sufficienti per prevenire le fratture da osteoporosi.  Le terapie farmacologiche variano da individuo a individuo in base alle malattie predisponenti, fattori di rischio e agli esami di laboratorio e risultati diagnostici. Includono comunemente bifosfonati, anticorpi monoclonali e terapie ormonali, oltre a calcio e vitamina D.

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