Pap test: è necessario se non si è sessualmente attivi?
Il tumore del collo dell'utero è uno dei pochi tipi di cancro che si possono prevenire efficacemente attraverso lo screening. Diagnosticarlo in fase precoce aumenta notevolmente le possibilità di guarigione. In Italia, si registrano circa 2.500 nuovi casi all'anno (“I numeri del cancro in Italia 2023”, AIRTUM-AIOM), la maggior parte dei quali si verifica in donne che non hanno effettuato lo screening regolarmente.
Il Pap test è uno strumento fondamentale per la prevenzione del tumore al collo dell’utero, in quanto rileva precocemente eventuali cellule anomale nella cervice uterina. Questo tipo di tumore è spesso casusato dal virus HPV (Human Papilloma Virus), che si trasmette prevalentemente attraverso i rapporti sessuali. Sorge dunque spontanea una domanda: è utile sottoporsi al Pap test se non si è sessualmente attive?
La risposta è sì. Sebbene la trasmissione del virus HPV avvenga principalmente tramite contatto sessuale, il contagio può verificarsi anche in altri modi, come attraverso oggetti contaminati. Inoltre, l'infezione da HPV può rimanere latente per anni, rendendo difficile determinare quando si è state contagiate. Per questo motivo, anche le donne che non sono sessualmente attive dovrebbero sottoporsi regolarmente a Pap test.
Cos'è il Pap test?
Il Pap test è un esame di screening che rileva la presenza di cellule anomale nella cervice, permettendo di individuare eventuali lesioni precancerose o tumorali. L'HPV è responsabile di oltre il 90% dei casi di tumore al collo dell'utero, e pur essendo molte infezioni da HPV transitorie, alcune possono evolvere in tumore se non trattate in tempo. Per questo, il Pap test resta una delle armi più efficaci per la prevenzione.
In alternativa al Pap test, esiste l'HPV test, che rileva la presenza del virus stesso, spesso prima che le cellule siano alterate. Questi due test lavorano in sinergia per garantire una diagnosi precoce.
Ogni quanto fare il Pap test?
In Italia, il Ministero della Salute raccomanda il Pap test ogni 3 anni per le donne dai 25 ai 64 anni. Negli ultimi anni, l'HPV test ha guadagnato terreno come strumento di screening primario, grazie alla sua maggiore sensibilità. Le donne risultate negative all'HPV possono ripetere l'esame ogni 5 anni, mentre chi risulta positivo sarà sottoposto a ulteriori controlli per monitorare eventuali alterazioni cellulari. Lo specialista potrebbe suggerire una tempistica diversa in base alla storia clinica di ciascuna donna.
Quando consultare uno specialista?
Sintomi come dolore addominale, sanguinamento vaginale anomalo, o dolore durante i rapporti sessuali potrebbero indicare problemi al collo dell'utero, ma anche altre condizioni. È fondamentale rivolgersi al ginecologo per un'accurata valutazione.
Prevenzione del tumore del collo dell’utero
Oltre al Pap test e all'HPV test, altre strategie preventive includono:
- Vaccinazione contro l'HPV, consigliata fino ai 45 anni.
- Utilizzo del preservativo, che riduce ma non elimina completamente il rischio di contagio.
- Adozione di uno stile di vita sano per ridurre altri fattori di rischio come fumo e obesità.