skip-to-content-text
Nuovo Test per la Diagnosi Precoce dell’Alzheimer | UPMC Italy

Nuovo Test per la Diagnosi Precoce dell’Alzheimer

Un passo avanti nella diagnosi precoce dell’Alzheimer potrebbe rivoluzionare la lotta contro questa malattia neurodegenerativa. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh ha sviluppato un test innovativo capace di individuare le prime fasi dell’accumulo della proteina tau, uno degli indicatori chiave della patologia. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, suggerisce che il test potrebbe anticipare la diagnosi anche di dieci anni rispetto alle attuali metodologie, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche mirate a prevenire o rallentare la progressione della malattia.

Il nuovo test rileva piccole quantità di proteina tau incline all’aggregazione e delle sue forme patologiche mal ripiegate nel liquido cerebrospinale. Questo permette di correlare i livelli della proteina alla gravità del declino cognitivo, indipendentemente dalla presenza di beta-amiloide, altro elemento spesso associato alla malattia. L’obiettivo è consentire diagnosi più precoci e interventi tempestivi nelle fasi iniziali della malattia, quando i trattamenti possono essere più efficaci.

Perché la tau è così importante?

Mentre la beta-amiloide è spesso considerata la prima manifestazione della malattia, l’aggregazione della tau in strutture chiamate grovigli neurofibrillari è un elemento più distintivo dell’Alzheimer. La presenza di questi grovigli è strettamente legata ai cambiamenti cognitivi e al deterioramento progressivo dei pazienti. Individuare precocemente la tau patologica potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta nella diagnosi e nella gestione della malattia.
Le scansioni PET sono attualmente il metodo più accurato per valutarne la presenza nel cervello. Tuttavia, queste tecniche hanno costi elevati, richiedono lunghi tempi di esecuzione e non sono sempre disponibili. Inoltre, le PET riescono a rilevare la tau solo quando i grovigli neurofibrillari sono già diffusi, momento in cui il danno cerebrale risulta spesso irreversibile.

Il test sviluppato dai ricercatori dell’Università di Pittsburgh supera queste limitazioni, individuando precocemente la proteina tau incline all’aggregazione attraverso l’analisi del liquido cerebrospinale e, potenzialmente, anche del sangue. Questo potrebbe rendere la diagnosi più accessibile, offrendo la possibilità di intervenire prima che il declino cognitivo diventi irreversibile.

Leggi il comunicato stampa: Biomarker Test Can Detect Alzheimer's Pathology Earlier.